Il sito del Laboratorio di Politiche Sociali

Con il progetto “Inclusive ageing in place — IN-AGE” si è avviata un’attività di studio biennale multidisciplinare attorno a un tema di grandissima attualità: la condizione di fragilità dell’anziano e i relativi rischi di isolamento sociale.

Il progetto è sostenuto da Fondazione Cariplo (grant n° 2017–0941) e vedrà coinvolte tre unità di ricerca: il Politecnico di Milano (con il Laboratorio di Politiche Sociali, Dipartimento di Architettura e di Studi Urbani — DAStU), l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico sugli anziani — INRCA di Ancona e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (con il Dipartimento di Architettura e Territorio — DArTe).

Il progetto vedrà inoltre la partecipazione di AUSER, Associazione per l’invecchiamento attivo.Negli ultimi decenni l’età media si è di molto innalzata grazie alle migliorate condizioni di vita e ai progressi nel campo medico, determinando un marcato aumento di persone di età superiore ai 60 anni, che nel 2050 in Europa rappresenterà il 35% della popolazione totale.

All’innalzamento dell’età media si accompagna, tuttavia , un incremento della fragilità nelle persone anziane che più di altre vengono spesso affette da forme di disabilità e malattie croniche.

Quest’ultima considerazione pone l’obbligo di assumere una nuova attenzione alla problematica dell’invecchiamento ‘inclusivo’ e, in particolare ai rischi dell’invecchiamento a casa propria. La prospettiva privilegiata dal progetto è sul tema dell’accessibilità o dell’abbattimento delle barriere architettoniche come strategia per migliorare la qualità della vita e l’inclusione sociale degli anziani fragili che vivono a domicilio.

In passato i dibattiti su tale tema erano prevalentemente orientate ad affrontare il problema del “disabile” (come antitesi al “normodotato” o “normale”), riferendosi a coloro che presentavano una riduzione delle funzioni motorie e/o sensoriali, la cui “icona” veniva ricondotta alla persona costretta a muoversi in carrozzina, al cieco, al sordo muto, ecc. L’evoluzione normativa e il diffondersi, negli ultimi anni, di una nuova cultura della progettazione inclusiva e dell’Universal Design, conduce alla ridefinizione del concetto di disabilità che tende a considerare tutte le persone che, per motivi diversi, sia temporaneamente che permanentemente, hanno difficoltà a svolgere una serie di azioni, anche a causa di limitazioni derivanti dall’ambiente costruito. L’estensione di tale concetto coinvolge come nuovi utenti tutte le persone anziane che, come detto prima, portano i segni del passare del tempo, con le derivanti riduzioni delle capacità fisiche e sensoriali, le quali vanno considerate, per l’appunto, disabilitanti.

In tale quadro, finalità della ricerca “IN-AGE” è proporre possibili azioni e strategie a sostegno del miglioramento della qualità della vita dell’anziano fragile e di un invecchiamento più sereno e sicuro nella propria abitazione.

La ricerca si baserà sui dati risultanti dalle attività di rilevamento e analisi che saranno condotte in tre contesti regionali (Lombardia, Marche, Calabria) fortemente differenti sotto il profilo sociale, economico e culturale. Le tre unità di ricerca coinvolte nel progetto opereranno in diverse realtà urbane ed extra urbane dei rispettivi contesti geografici, individuando le condizioni degli abitanti più anziani (over 75 anni) attraverso l’analisi delle molteplici variabili che possono determinare emarginazione ed abbandono. Saranno poste a confronto le varie condizioni rilevate (diversità e analogie) e le specificità territoriali che contribuiscono alla differenziazione fra contesti locali e fra regioni.

A questo proposito, verrà esaminato, in particolare, quanto incidano nei diversi contesti la presenza di reti famigliari e di vicinato e quanto queste svolgano azioni compensative di assistenza agli anziani rispetto all’azione pubblica.

Questo ruolo di supplenza può avere un ruolo positivo per gli anziani, ma tuttavia può anche implicare tutta una serie di conseguenze più critiche se si pensa al carico di cura dei caregiver e alle limitazioni (spesso anche lavorative) che ne discendono. Inoltre, si porrà particolare attenzione sui fattori di tipo ambientale per verificare l’adeguatezza degli spazi abitativi e dei relativi contesti urbani e territoriali di vita dell’anziano. La finalità è quella di individuare strategie di policy tese a definire adeguati livelli prestazionali e di comfort ambientale (alloggio, edificio, contesto) per poter vivere una vecchiaia serena, “connessa” e sicura.