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IN-AGE, LA CAMPAGNA

In -Age ha fra i suoi compiti di progetto quello di immaginare una campagna di sensibilizzazione finale sull’ageing in place, a partire dai bisgoni che abbiamo analizzato. I temi e le scoperte della nostra ricerca sono molti e così abbiamo pensato di creare una campagna multi-soggetto, che presenta diversi touch-point.

Con Marco Pea di Studio 48’ abbiamo così creato dei formati grafici che recepissero un claim spesso provocatorio, un sommario che iniziasse a chiarire i contorni dei temi che abbiamo preso in analisi e, infine, una parte più discorsiva che ci permette di restituire in breve il senso della nostra ricerca.
I soggetti che abbiamo scelto, gli argomenti su cui porre l’accento, sono sei.

  1. La solitudine
  2. La fragilità: famiglia e connessioni
  3. Chi si occupa degli anziani fragili?
  4. Creare reti e connessioni
  5. Barriere architettoniche e interventi che non ostacolino la fragilità
  6. Il digital divide

LA FAMIGLIA NON BASTA

Per superare la solitudine servono rapporti frequenti con la famiglia e soprattutto con una rete allargata di rapporti sociali. Gli anziani non vogliono disturbare e spesso la famiglia non c’è: chi si occupa degli anziani fragili?

COSA FARE

KEYWORD: #famiglia #connessioni #isolamento #solitudine
Per gli anziani che vivono soli, essere inseriti in una rete di relazioni sociali è un antidoto al senso di solitudine. Tuttavia, una rete sociale ampia non è tanto rilevante quanto la varietà di relazioni che la compongono e la frequenza con la quale gli anziani interagiscono con essa. Una rete composta da figure familiari, ma non solo, con la quale intrattenere relazioni piuttosto fitte, risulta infatti più efficace nel contenere la solitudine rispetto ad una rete unicamente familiare, con la quale si interagisce di persona, ma di tanto in tanto. Talvolta, infatti, gli anziani non vogliono disturbare i familiari, oppure non vogliono farli preoccupare, oppure ancora non riescono a confidarsi con loro. Al contempo, uscire dalla cerchia familiare può essere difficile, perché la rete di amici e vicini si è fatta sempre più stretta e difficilmente raggiungibile per chi è fragile. In questo modo, la solitudine diventa una trappola da cui difficilmente si riesce a uscire. Dunque, risulta fondamentale evitare che le reti di relazioni sociali degli anziani finiscano per ridursi esclusivamente alla dimensione familiare e, al contempo, favorire la socializzazione degli anziani agli strumenti di comunicazione più avanzati, che possono semplificare ed arricchire i contatti quotidiani (anche a distanza).