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IN-AGE, LA CAMPAGNA

In -Age ha fra i suoi compiti di progetto quello di immaginare una campagna di sensibilizzazione finale sull’ageing in place, a partire dai bisgoni che abbiamo analizzato. I temi e le scoperte della nostra ricerca sono molti e così abbiamo pensato di creare una campagna multi-soggetto, che presenta diversi touch-point.

Con Marco Pea di Studio 48’ abbiamo così creato dei formati grafici che recepissero un claim spesso provocatorio, un sommario che iniziasse a chiarire i contorni dei temi che abbiamo preso in analisi e, infine, una parte più discorsiva che ci permette di restituire in breve il senso della nostra ricerca.
I soggetti che abbiamo scelto, gli argomenti su cui porre l’accento, sono sei.

  1. La solitudine
  2. La fragilità: famiglia e connessioni
  3. Chi si occupa degli anziani fragili?
  4. Creare reti e connessioni
  5. Barriere architettoniche e interventi che non ostacolino la fragilità
  6. Il digital divide

CUCIRE RETI, ESIGERE DIRITTI

Fare rete è cruciale troppo spesso ci si deve arrangiare, eppure è necessario ricorrere anche a soluzioni occasionali.  La carenza di servizi lede il diritto universale a servizi di cura.

COSA FARE

KEYWORD: #diritti #cura #connessioni #servizi

Quando la famiglia, per vari motivi, non c’è o non basta, diviene cruciale poter contare su una rete estesa e variegata di piccoli-grandi aiuti quotidiani per meglio soddisfare le necessità di tutti i giorni. L’attuale carenza di servizi rende fondamentale questa rete, anche per il finora mancato, reale riconoscimento di un diritto universale alla cura. A fronte di un’assistenza domiciliare pubblica oggi marginale, per copertura, intensità e qualità delle prestazioni, occorre puntare ad un mix integrato formale-informale e pubblico-privato di servizi connessi e di prossimità, per sostenere la mobilità (tramite accompagnamento e trasporto su richiesta) e assicurare un supporto socio-sanitario continuativo di comunità, anche notturno e durante le festività. Ciò significa poter contare su medici, farmacisti, infermieri, assistenti sociali e operatori socio-sanitari, ma anche su assistenti famigliari (le cosiddette “badanti”) da qualificare e inserire nel sistema dei servizi attraverso incentivi a chi le assume regolarmente. Solo così i necessari aiuti quotidiani non saranno più solo un arrangiarsi occasionale, raggiunto faticosamente grazie all’aiuto di conoscenti, vicini e amici, bensì soluzioni strutturate in grado di garantire una vera tutela della fragilità in età anziana. In una parola, un welfare a km zero per sentirsi meno soli.