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Condividere è la risposta alla solitudine degli anziani, e non solo degli anziani. Questo è il messaggio e l’obiettivo della prima social street italiana nata a Bologna, esattamente in via Fondazza, nel settembre del 2013.

Tutto nasce dalla creazione di una pagina facebook dedicata alla via in cui il fondatore di questo interessante esperimento, Federico Bastiani, vive. In seguito attraverso passaparola e pratiche di buon vicinato, la social street è diventata una reale rete relazionale, di supporto, scambio e aiuto, che gli abitanti di questa fortunata via, attraverso le loro attivtià di volontariato, portano avanti, scoprendo un nuovo modo di vivere la socialità del proprio territorio e letteralmente della propria via. Un’idea che ha fatto da apripista: le social street si sono moltiplicate lungo tutta la penisola italiana, coprendo la totalità dei capoluoghi di provincia, mentre la sola Bologna ne conta più di cinquanta.

L’elemento di forza di queste realtà risiede nell’attivare risorse sociali latenti collocandole in una contesto spaziale ben definito e di immediata fruizione, che permette agli abitanti/utenti di queste realtà di beneficiare dello scambio reciproco sia di relazioni che di beni materiali ed immateriali.

La condivisione come rimedio alla solitudine e alle problematiche dell’età anziana è un elemento centrale anche in esperienze che si sono sviluppate seguendo una logica differente.

Nato dalle esperienze comunitarie nei paesi scandinavi, il co-housing, la condivisione di uno spazio abitativo da parte di più nuclei familiari o individui, punta esattamente in questa direzione. Ed è con questo obiettivo che l’older women co-housing community è riuscita recentemente a creare un edificio di 26 appartamenti al nord di Londra dedicati a donne over 50 e progettato per favorire l’invecchiamento attivo e l’inclusione delle persone anziane.

Situato in prossimità dei principali mezzi pubblici e con ampi spazi destinati ad uso comunitario, questo edificio ha fornito a queste donne una terza possibilità di vivere l’età anziana. La maggior prospettiva di vita delle donne rispetto a quella del partner, rende la popolazione femminile altamente esposta al rischio di isolamento in età anziana, e per queste donne questa esperienza di co-housing rappresenta, come indicato da loro stesse, “la possibilità di evitare di ‘finire’ come i propri genitori, invecchiati soli ed isolati nelle proprie abitazioni o in una casa di riposo”.