IN-AGE, LA CAMPAGNA
In -Age ha fra i suoi compiti di progetto quello di immaginare una campagna di sensibilizzazione finale sull’ageing in place, a partire dai bisgoni che abbiamo analizzato. I temi e le scoperte della nostra ricerca sono molti e così abbiamo pensato di creare una campagna multi-soggetto, che presenta diversi touch-point.
Con Marco Pea di Studio 48’ abbiamo così creato dei formati grafici che recepissero un claim spesso provocatorio, un sommario che iniziasse a chiarire i contorni dei temi che abbiamo preso in analisi e, infine, una parte più discorsiva che ci permette di restituire in breve il senso della nostra ricerca.
I soggetti che abbiamo scelto, gli argomenti su cui porre l’accento, sono sei.
- La solitudine
- La fragilità: famiglia e connessioni
- Chi si occupa degli anziani fragili?
- Creare reti e connessioni
- Barriere architettoniche e interventi che non ostacolino la fragilità
- Il digital divide
PRIGIONIERI A CASA NOSTRA
Le barriere architettoniche e ambientali dividono: in casa, negli edifici, nel quartiere. Uscire è faticoso, si rischiano cadute e spesso gli spazi sono cambiati e i contatti di una vita sono svaniti.
COSA FARE
KEYWORD: #muri #spazio #disabilità #barriere
L’accessibilità e la fruibilità in sicurezza dei contesti abitativi sono dispositivi fondamentali per l’autonomia delle persone anziane e rappresentano una linea di lavoro non più eludibile nel nostro Paese, dove il 76% delle persone anziane vive in edifici senza ascensore o con barriere e dove le città risultano troppo spesso luoghi ostili ed insicuri.
È necessario avviare in Italia nuove politiche sull’accessibilità universale, con intensità paragonabile a quelle che si stanno portando avanti per il risparmio energetico. Occorre mettere in cantiere un programma di finanziamento pluriennale che definisca misure stabili, agili e flessibili per l’abbattimento delle barriere architettoniche ed ambientali. Si potrebbero attivare bonus a fondo perduto o con credito di imposta per l’adattamento di abitazioni e edifici (spazi privati). Sarebbe auspicabile, sull’esempio delle esperienze emiliane e toscane (CAAD e ADA), attivare in tutte le regioni sportelli di orientamento e consulenza per l’adattamento dell’ambiente domestico. A partire dalla riscoperta centralità dei quartieri quale dimensione fondativa per l’attuazione di una ‘città della prossimità’, occorrerebbe potenziare le misure per l’accessibilità universale degli spazi della vita pubblica e per una città ‘age-friendly’.