Il sito del Laboratorio di Politiche Sociali

Si segnala la pubblicazione da parte di Mimesis del volume di Costanzo Ranci:

La strage nascosta. La pandemia nelle case di riposo

Cosa accadde nelle RSA dal 21 Febbraio 2020 al 5 Aprile 2020, giorno in cui la “strage nascosta” irruppe nei media a seguito di un’inchiesta giudiziaria sul Pio Alberto Trivulzio, la più importante istituzione assistenziale di Milano? È nel breve  tempo intercorrente tra questi due eventi – poco più di sei settimane – che avviene quanto raccontato in questo libro: il virus si diffonde tacitamente nelle case di riposo, aggredisce un numero elevato di residenti approfittando della loro fragilità fisica e della concentrazione fisica, determina un numero esagerato di decessi, provocando infine la protesta di parenti e lavoratori delle RSA, e infine l’apertura di varie inchieste giudiziarie, di cui alcune ancora in corso. La verità giuridica emergerà quindi solo nei prossimi mesi, quando le inchieste arriveranno finalmente a compimento.

Di chi è la responsabilità di quanto accaduto? La tesi di questo volume è che l’origine della “strage nascosta” sta nelle condizioni in cui le case di riposo versavano prima che la pandemia scoppiasse. Il Covid-pandemia ha svelato le debolezze del sistema di governo e di gestione di queste strutture, i bassi standard di qualità, i modesti finanziamenti pubblici, l’assenza di controlli. Un sistema così debole e frammentato che ha consentito comportamenti poco responsabili, gestioni inadeguate, una protezione e una cura scadente dei ricoverati.

Che l’ondata di decessi sia stata abnorme, oggi non c’è alcun dubbio. In base alle crude statistiche dell’Istat sui “decessi eccedenti la mortalità ordinaria”, nelle case di riposo – nel periodo marzo-aprile 2020 – morirono 15.600 persone a causa del contagio.  Tutte le grandi catastrofi del dopoguerra sono state di proporzioni più contenute: dal Vajont (2000 vittime) al terremoto dell’Irpinia (3000 vittime). Pur se enorme nelle sue dimensioni, questa catastrofe è avvenuta nel silenzio dell’opinione pubblica e della politica, ed è stata dimenticata molto rapidamente. Solo le indagini delle Procure di mezza Italia e la mobilitazione dei parenti delle vittime e dei lavoratori delle case di riposo, hanno consentito di squarciare il velo dell’invisibilità.

Il volume documenta, sulla base di dati amministrativi e normativi, nonché documenti resi disponibili dalle indagini giudiziarie, che all’aumento dei decessi ha contribuito, oltre alla virulenza della pandemia e alla vulnerabilità dei residenti delle RSA, anche la scarsa capacità delle politiche pubbliche di “vedere” la questione. Queste strutture sono rimaste a lungo invisibili, sia agli occhi dell’opinione pubblica che a quelli dei policy maker e degli amministratori pubblici.  Oggi le vaccinazioni di massa sembrano aver scongiurato il pericolo di nuove stragi. Sino a quando, almeno, non comparirà una nuova emergenza pandemica. Intanto, le condizioni di lavoro e di vita in queste strutture sono rimaste invariate, con standard molto bassi di sicurezza e di qualità delle prestazioni.

Nonostante l’enormità dei fatti, l’attenzione pubblica è oggi ridotta al lumicino. Non essendoci più emergenza, non c’è neanche un forte interesse politico ad investire risorse in questo settore. I morti del 2020 dovranno attendere ancora a lungo perché scatti un risarcimento morale non solo alla loro memoria, ma anche utile a migliorare la sicurezza e qualità di vita offerte da queste strutture. In cui transitano, ogni anno, ben 300.000 persone, impossibilitate a trovare un’alternativa valida a queste strutture.